Oggi siamo così abituati alle carte di credito che usiamo le monete solo per pagare la tazzina di caffè al mattino o acquistare un biglietto dell’autobus. Questo piccolo pezzo di plastica ha sostituito monete e banconote dei diversi tagli, ci ha evitato la necessità di eseguire sia pur elementari calcoli matematici e il “fastidio” del cambio di valuta. Grazie alle carte di credito possiamo controllare dove, quando e quali acquisti ha effettuato una persona (o meglio, la sua carta bancaria), quali mercati e negozi preferisce: insomma, tracciare spese, gusti e abitudini. L’elaborazione dei dati raccolti dalle banche permettono anche di valutare, nel bene e nel male, la popolarità di un negozio tra gli utenti stranieri e di scoprire i paesi di provenienza dei clienti. È l’era della informazione. Il mondo è cambiato rapidamente e continua a farlo.
Il modello economico attuale è molto diverso da quello medievale. Ai tempi dell’Impero bizantino, le monete fungevano da indicatore degli scambi commerciali, spingendosi oltre i confini dell’impero. Nel periodo tra il IX e il XIII secolo, la Rus’ di Kyiv era il vicino settentrionale dei bizantini. Tra la Rus’ e Bisanzio circolavano merci grazie alla famosa rotta commerciale fluviale “variago-greca”, che attraverso il Dnepr collegava Costantinopoli ai popoli della penisola scandinava. I guerrieri rus’ e scandinavi si arruolavano nell’esercito dell’imperatore bizantino, muovendosi così tra l’Europa orientale e l’Asia Minore. Un traffico di uomini e merci che gli storici cercano di tracciare usando tutti i possibili indicatori, tra cui preziose sono le monete con cui gli imperatori compensavano mercanti e mercenari.
Le monete bizantine arrivavano infatti nella Rus’ attraverso diversi soggetti: mercanti che le ricevevano in pagamento dei loro prodotti, mercenari che portavano a casa il soldo dopo il servizio militare, principi e ambasciatori che trasferivano doni diplomatici e, talvolta, pellegrini. Alcuni le perdevano lungo il viaggio, trasformando le monete in “single find” per gli archeologi di oggi. Altri le deponevano nelle sepolture: segni di particolare rispetto per un guerriero, che gli archeologi rinvengono durante gli scavi di necropoli e tumuli. Alcuni seppellivano piccoli tesori per proteggere i loro beni, o per paura di perderli durante i conflitti militari, o perché non erano sicuri della riuscita di una traversata fluviale, ecc. E così noi oggi abbiamo la possibilità di scoprire e rileggere il contenuto di queste antiche «casseforti».
Insomma, la topografia delle monete bizantine ci offre dati affascinanti su questi movimenti commerciali e militari. Analizzare questi reperti assomiglia molto al lavoro di indagine svolto dai detective nei film polizieschi (e nella vita reale). In questo lavoro di indagine è di grande aiuto per noi numismatici NOMISMATA, la banca dati dei ritrovamenti monetali bizantini.
Grazie alle funzionalità di geo e crono referenziazione, NOMISMATA, consente di visualizzare e correlare migliaia di ritrovamenti numismatici nello spazio geografico e nel tempo storico. Poiché i territori dell’Ucraina costituivano il nucleo della Rus’ di Kyiv, molti dati provengono da queste regioni.
Oggi le monete bizantine della Rus’ di Kyiv sono conservate in molti musei ucraini. Desidero menzionare in particolare la mia Alma Mater in Ucraina: l’Università Nazionale Vasyl’ Karazin di Charkiv e il suo Museo di Archeologia.
Le collezioni del museo vantano splendidi esemplari di solidi, folles e miliaresia bizantini, raccolti grazie a decenni di spedizioni archeologiche organizzate dal Dipartimento di Storia del Mondo Antico e del Medioevo presso la Riserva “Chersoneso Taurico” e Balaklava, oltre che all’attività di ricerca del museo stesso. Ancora oggi, nonostante la guerra in corso, il museo continua a operare.
Grazie a NOMISMATA, ospitata sui server dell’Università di Trieste in Italia, si connettono in modo straordinario dati e ricercatori provenienti da Ucraina, Francia, Grecia, Bulgaria, Serbia, Croazia, Turchia, Stati Uniti, Austria, Germania e molti altri Paesi. E i territori della Rus’ di Kyiv restano al centro della collaborazione scientifica internazionale. Continuiamo a lavorare per nuove scoperte!
Kateryna Sorochan